Di Bob Violino

6 caratteristiche delle imprese data-driven

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25 Jun 202311 minuti
Gestione dei datiLeadership ITStrategia IT

Sono poche le aziende che si possono considerare, realmente, in grado di mantenere la promessa di un processo decisionale guidato dai dati. Ecco come capire se la vostra è una di queste.

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Credito: Shutterstock

Le imprese hanno imparato a prosperare – in alcuni casi a sopravvivere – sfruttando i dati per ottenere vantaggi competitivi. Ma quante sono le realtà aziendali che possono dirsi veramente data-oriented?

“I dati stanno diventando sempre più preziosi, soprattutto dal punto di vista delle aziende”, esordisce Lakshmanan Chidambaram, presidente dei settori strategici americani della società di consulenza IT Tech Mahindra. “Dopotutto, i dati possono dirci molto sui processi e sulle attività di un’impresa: mostrano se ci si sta muovendo nella giusta direzione, identificano le aree di miglioramento e suggeriscono eventuali processi per apportare tali progressi”.

Ecco alcune caratteristiche-chiave di un’azienda data-driven, secondo gli esperti.

Operano con una strategia dei dati a livello dell’intera struttura aziendale

Per essere data-driven è necessario disporre di una strategia dei dati coesa e completa che si applichi a tutta la struttura e che includa la tecnologia e l’automazione, compreso l’uso dell’intelligenza artificiale. Ma dovrà contemplare anche la cultura, la governance, la cybersecurity, la privacy dei dati, le competenze e diverse altre componenti.

“Il mercato degli strumenti di governance, archiviazione e analisi dei dati è cresciuto in modo considerevole, ma le aziende stanno ancora lottando per comprendere la portata di questa sfida”, afferma Chidambaram. “I CIO, i CTO e i [chief administrative officer] devono fare un passo indietro e stabilire una strategia a livello aziendale per sfruttare il valore dei dati per la loro impresa e integrare l’intelligenza artificiale per abilitare vendite, marketing e, più in generale, per l’eccellenza operativa”.

Ciò include la garanzia che l’architettura dei dati fornisca ai professionisti di dati e ai decision maker non tecnici gli strumenti necessari per andare oltre le decisioni istintive e aneddotiche, prosegue il manager.

“Molte aziende e molte amministrazioni pubbliche stanno sfruttando i dati per migliorare il servizio clienti, ridurre le spese operative, creare nuovi flussi di business e raggiungere una migliore efficienza aziendale complessiva”, sottolinea ancora Chidambaram.

A suo dire, per determinare il successo è fondamentale che la leadership e la forza lavoro si impegnino ad adottare un approccio basato sui dati. “Le aziende devono avere la certezza di poter rispondere alla seguente domanda per potersi definire veramente data-driven: ‘Siete tutti disposti a considerare i dati come parte della cultura aziendale?’”.

Ottimizzano l’allocazione delle risorse

Una cosa è sviluppare una strategia basata sui dati, un’altra è portare a termine il piano in modo efficace. Ecco perché è importante disporre delle risorse giuste e aggiornarle in base alle necessità.

“Una volta definita la strategia, le persone, i processi e gli strumenti deputati a supportarla, i dati rivestono un ruolo fondamentale per un’azienda data-driven”, dice Kathy Rudy, partner e chief data and analytics officer della società di consulenza e ricerca tecnologica globale ISG.

Per esempio, le aziende devono disporre di un processo per la creazione di cataloghi di dati; di procedure e strumenti per la loro pulizia e per il mantenimento della loro qualità; come pure di case study e degli strumenti giusti per supportarli; di un accesso efficace e sicuro per gli utenti interni ed esterni; di una sicurezza generale; di un data center di eccellenza [in inglese] per supportare le richieste più complesse”.

Dal punto di vista delle persone, essere un’azienda data-driven significa disporre di un solido team fatto di data analyst [in inglese], data scientist [in inglese] e data engineer [in inglese], e di tutta un’altra serie di professionisti specializzati, oltre che fornire loro la formazione necessaria [in inglese] quando le competenze devono essere aggiornate.

Enfatizzano la governance dei dati

La governance dei dati [in inglese] è un’altra componente della strategia generale sui dati che merita un’attenzione particolare. Comprende la loro sicurezza, la privacy, l’affidabilità, l’integrità, l’accuratezza e altre aree. È essenziale per quando si vuole gestire un’attività data-driven.

“Senza una loro governance, non si può avere la certezza che i dati utilizzati siano di alta qualità, che siano sincronizzati tra i vari set in base a una tassonomia comune o che siano sicuri”, dichiara Rudy. “Inoltre, fornisce le basi per il loro accesso”.

Secondo Rudy, ISG si trova spesso ad avere a che fare con database eterogenei, caratterizzati da differenti tassonomie e modalità di manutenzione dei set. “Una volta stabilita una metodologia centralizzata per la loro governance – con persone, processi e strumenti – siamo stati in grado di sviluppare nuovi modi per utilizzare i nostri dati internamente ed esternamente, sia per la loro consegna ai clienti, che per la loro monetizzazione nonché in relazione ai prodotti”.

L’approccio centralizzato ha anche stabilito protocolli di sicurezza adeguati per l’accesso ai dati all’interno dell’azienda, precisa Rudy. “Molti pensano che debbano essere democratizzati, ma io non ne sono convinto. A meno che non si comprenda veramente la loro fonte, il modo in cui sono stati raccolti, il loro contesto e [come] analizzarli, l’uso improprio può portare a decisioni sbagliate”.

Per esempio, quando i team di vendita di ISG hanno chiesto informazioni sugli account, il team dei dati ha iniziato a elaborare report e ha scoperto che c’erano più nomi per uno stesso cliente. “Questo rendeva molto difficile mettere insieme un’istantanea dell’attività nel tempo, di ciò che si vendeva, da parte di chi, eccetera. “La mancanza di governance ha portato, nel nostro sistema, tutta una serie di dirty data, impedendoci di avere un’immagine completa del cliente, e ciò avrebbe potuto portarci a progettare in modo errato una strategia di accounting”.

L’uso responsabile dei dati [in inglese] è fondamentale per le imprese data-driven, dettaglia Deepika Duggirala, vice president senior delle piattaforme tecnologiche globali di TransUnion, fornitore di servizi finanziari, sanitari e tecnologie assicurative.

“Ciò significa proteggere tutti i dati all’interno dell’ecosistema di un’azienda, sia in mobilità che a livello residenziale , mantenendo la privacy dei collaboratori e dei consumatori”, afferma Duggirala. Un’azienda deve essere in grado di evolversi parallelamente alle crescenti normative sulla protezione dei dati, istruendo tutti i collaboratori sulle leggi internazionali in materia di privacy e protezione dei dati e inserendo la sicurezza e la conformità nella progettazione iniziale di tutti i sistemi di archiviazione e utilizzo”. Questa mentalità è il modo in cui TransUnion trasmette fiducia e protegge il proprio ecosistema di dati e la sua conformità”.

Creano una cultura e una giusta mentalità sui dati

La creazione di una cultura e di una mentalità fa parte della strategia generale sui dati, ma merita una menzione speciale perché aiuta davvero a dare vita alla strategia.

“Tutti gli aspetti del processo decisionale sono influenzati dai dati”, aggiunge Duggirala. “Chi ne fa parte dev’essere in grado di interpretarli al meglio per comprendere il mercato e prendere decisioni valide. Questo è il fulcro del processo di sviluppo dei prodotti di TransUnion: i product manager, i progettisti della customer experience e gli sviluppatori sfruttano tutti un aspetto diverso dei nostri dati per identificare le soluzioni che risolvono esigenze specifiche, definiscono le tempistiche di lancio e garantiscono funzionalità semplici e intuitive.”

Le aziende data-based riconoscono l’importanza che i dati siano al centro del processo decisionale”, dichiara Rudy. “Quindi, quando ci si impegna in una sfida, si pongono domande o si progetta una strategia, si ricorre automaticamente ai dati per supportare il processo decisionale”.

In ISG, “dal materiale di marketing e di vendita che descrive le nostre credenziali, ai documenti per i clienti in cui i dati vengono utilizzati per corroborare le raccomandazioni, ai briefing di settore in cui sosteniamo le nostre conoscenze e competenze, i dati sono davvero al centro di tutto ciò che facciamo”, dice Rudy. “Sono importanti perché danno alle aziende un vantaggio competitivo. Per noi, inoltre, i dati sono un elemento circolare. Siamo continuamente impegnati a raccoglierli, convalidarli, gestirli, curarli e analizzarli per ottenere informazioni preziose per tutti i nostri stakeholder”.

Le aziende data-basad hanno molti fattori trainanti, spiega Theresa Kushner, responsabile dell’Innovation Center per il Nordamerica della società di consulenza NTT Data. “Ciò significa che, a prescindere dalla posizione al suo interno, chiunque può accedere ai dati necessari allo svolgimento del proprio lavoro”, spiega. “Le imprese non orientate data-driven, di solito, hanno un approccio ‘a silos’ per la loro gestione”.

La ricerca di NTT Data mostra come soltanto una minoranza di aziende affermi che i dati sono condivisi senza soluzione di continuità al suo interno. “In un’impresa data-driven non è così”, ribadisce Kushner. “Poiché questi gruppi sono indirizzati dalla loro leadership per prendere decisioni basate sui dati e poiché dispongono di team che prestano particolare attenzione ai relativi vari set, possono muoversi rapidamente e guidare le loro attività utilizzando dati accurati e prontamente disponibili”.

La collaborazione regolare è fondamentale per avere una mentalità basata sui dati. “I dati non sono nulla senza che le persone li condividano e li usino”, tiene a precisare Kushner. “Le culture efficaci basate sui dati dipendono da una collaborazione efficiente e da una comunicazione aperta tra i proprietari dei dati e i loro utilizzatori. Questa caratteristica di un’azienda data-driven sostituisce tutte le altre, come la formazione, la certificazione, la governance dei dati, o l’aggiornamento regolare dei processi”.

Considerano la data collection una preoccupazione primaria

Molti progetti che coinvolgono, a vario titolo, l’intelligenza artificiale [in inglese] vengono, in breve tempo, accantonati perché i data scientist non riescono a trovare i dati necessari a sviluppare il modello proposto, spiega Kushner. “Spesso questo accade perché i dati non sono mai stati raccolti”. “Le aziende data-driven non hanno questo genere di problema poiché sanno quali domini di dati sono importanti e necessari per il funzionamento dell’azienda e si assicurano che questi set siano protetti e curati”.

Per esempio, la maggior parte delle aziende dispone di sistemi per la gestione delle relazioni con i clienti (CRM) [in inglese] che vengono utilizzati dalle vendite per registrare e tenere traccia delle opportunità, afferma Kushner. Ma i dati contenuti in questi sistemi sono spesso incompleti per quanto riguarda le informazioni sulla clientela e le loro transazioni, soprattutto se l’inserimento dei dati è responsabilità dei venditori.

“Da ciò deriva che, quando i data scientist vogliono creare un modello che identifichi i clienti che acquisteranno, in un determinato momento o da un canale specifico, i dati di cui hanno bisogno potrebbero non essere disponibili o sufficientemente completi per supportarlo”, afferma Kushner. “Le aziende data-driven, tuttavia, sono consapevoli che tali informazioni sono fondamentali per la gestione dell’azienda e, di conseguenza, si assicurano che le attività per la loro gestione si svolgano correttamente e in maniera approfondita per tutte le aree-chiave”.

In molti casi, per garantire che i dati siano inseriti in modo appropriato, le aziende di questo tipo automatizzano i processi di inserimento delle vendite per liberare le relative risorse da noiose attività di questo tipo. “A seconda del tipo di azienda o del settore di appartenenza, le aree-chiave possono cambiare”, precisa Kushner. “Per esempio, i produttori possono scoprire che la gestione delle informazioni sui loro fornitori è il loro dominio di dati-chiave. Indipendentemente dal settore, le aziende data-driven hanno un piano per la loro raccolta, gestione e utilizzo”.

Promuovono una forte collaborazione tra l’IT e il resto dell’azienda

Le aziende data-driven tendono ad avere buoni rapporti di lavoro tra l’IT e gli altri leader aziendali. Per esempio, quando il CIO lavora a stretto contatto con il reparto finanziario [in inglese], un’azienda può massimizzare il valore dei dati che lo riguardano.

“Fornire le informazioni giuste, al momento giusto e nel formato giusto, a dirigenti e manager richiede una stretta collaborazione tra CFO e CIO”, afferma Lynn Calhoun, CFO della società di servizi professionali BDO.

“Questo significa riunire i team finanziari e informatici per definire i requisiti informativi, collaborare alla creazione dei sistemi e dell’architettura IT adatti a soddisfare tali requisiti, e lavorare a stretto contatto per implementare e supportare sistemi e processi agili in grado di tenere il passo con un ambiente aziendale in rapida evoluzione”, aggiunge Calhoun.

Nel caso di BDO, “lavoriamo a stretto contatto per capire ciò di cui l’azienda ha bisogno, non solo ciò che chiede, che di solito è limitato da ciò che sa”, conclude il manager. Questo vincolo limita la capacità dei leader aziendali di raggiungere i loro obiettivi.