Bob Violino
Contributing writer

I digital platform conductors che aiutano a gestire le reti ibride

In primo piano
04 Jul 202313 minuti
Applicazioni aziendaliGestione ITSoftware di gestione della rete

L’orchestrazione DPC aggrega i dati di monitoraggio multicloud e suggerisce come velocizzare i processi aziendali.

Una delle principali sfide tecnologiche che le aziende si trovano ad affrontare è la gestione di un ambiente sempre più complesso che può includere diverse tipologie di servizi e cloud provider, data center [in inglese] on-site, sistemi edge [in inglese] e altri componenti.

Una possibile soluzione può essere quella rappresentata dall’impiego di uno strumento di orchestrazione capace di attingere ai dati di gestione del cloud, ai sistemi edge e all’infrastruttura on-premise per fornire un quadro completo dell’ambiente, e proporre raccomandazioni per migliorare il flusso dei carichi di lavoro aziendali, ridurre i costi e ottimizzare i processi.

Digital platform conductor (DPC) è il termine coniato da Gartner per descrivere questi strumenti.

Che cosa sono i Digital Platform Conductor?

“I Digital Paltform Conductor sono tool che coordinano i sistemi per la gestione delle infrastrutture digitali ibride [in inglese] utilizzati per pianificare, implementare, gestire e monitorare la tecnologia e i servizi di base per le applicazioni e i prodotti digitali”, dice Roger Williams, vice president della ricerca di Gartner.

Il DCP consente ai responsabili delle infrastrutture e delle operation “di avere una visione globale del sistema e del contributo che dà alla creazione di valore in azienda, indipendentemente dagli ambienti utilizzati o dal loro proprietario”, prosegue Williams. “Questo fornisce un contributo al processo decisionale strategico per ottenere un maggior valore dall’infrastruttura”.

Gli strumenti DPC raccolgono informazioni da molte fonti, tra cui i sistemi di monitoraggio e quelli per la security, dalla gestione dei servizi IT (ITSM) e del cloud, al fine di creare una visione coerente dell’infrastruttura aziendale, sottolinea Williams.

“Questi dati, insieme alle informazioni sugli obiettivi e sui vincoli aziendali, consentono allo strumento DPC di identificare le aree più promettenti in modo da poter migliorare il posizionamento dei carichi di lavoro”, spiega Williams. Aiuta, inoltre, a implementare i miglioramenti “trasmettendo a cascata una serie di input unificati ad altri strumenti di gestione che, a loro volta, possono aiutare a ottenere i benefici prestabiliti”, aggiunge.

Secondo Williams, il mercato dei DPC è ancora agli inizi, e molte aziende si stanno avvicinando a questo concetto soltanto ora. Per questo motivo, è difficile prevedere la crescita della domanda di tali prodotti.

“Ciò che sta crescendo è la consapevolezza che il solo fatto di avere molti strumenti di gestione non è più sufficiente per soddisfare le esigenze del business digitale”, afferma Williams. “Le migrazioni al cloud non risolvono questo problema”.

La tecnologia digitale guida l’interesse per il DPC.

Le cifre di Gartner indicano che, una volta completate le migrazioni al cloud, in media il 30% dell’infrastruttura digitale rimane in azienda. “Ciò significa che la complessità da gestire è maggiore, non minore”, aggiunge Williams. “Gli strumenti di gestione focalizzati su un solo ambiente o su una sola funzione non possono farcela da soli”.

La crescente domanda di digital technology è destinata ad alimentare quella di DPC. Nell’indagine 2023 di Gartner sulle strategie aziendali in un contesto di incertezza, la maggioranza dei leader ha indicato le iniziative di tecnologia digitale come la principale priorità strategica per il 2023 e il 2024.

“Queste attività non utilizzano soltanto sistemi aziendali, servizi cloud o strutture di co-locazione in modo isolato”, prosegue Williams. “Sono tutte coinvolte e devono lavorare insieme per ottenere i risultati che il consiglio di amministrazione si aspetta”.

Gartner prevede che emergeranno alcuni casi d’uso iniziali interessanti per gli strumenti DPC destinati a ridurre i costi, gestire i rischi e migliorare il coordinamento aziendale. “Questo spingerà sia l’interesse degli utenti finali per questo concetto, sia un maggior numero di vendor a offrire nuovi strumenti DPC”, sottolinea Williams.

Come selezionare un vendor di strumenti DPC

Secondo Gartner, le aziende che desiderano utilizzare gli strumenti DPC per migliorare la propria capacità di gestire l’infrastruttura dovrebbero sceglierli identificando i principali problemi aziendali di oggi, come la migrazione al cloud, che richiedono una visione coesa dell’infrastruttura interna, del cloud stesso, e di edge.

Le aziende dovrebbero anche dirottare gli investimenti in questa tipologia di strumenti idividuandoli come artefici del loro successo, e richiedendo che le funzionalità di gestione IT complementari siano già presenti o che possano essere acquisite dal vendor che li propone.

Dovrebbero, inoltre, mantenere la flessibilità nelle implementazioni di questi tool limitando la durata dei contratti, utilizzando interfacce di programmazione delle applicazioni (API) anziché integrazioni personalizzate con altri strumenti di gestione IT, e monitorando le nuove funzionalità che possono risolvere i principali problemi legati al funzionamento dell’infrastruttura digitale ibrida.

A detta di Gartner, inoltre, la mancanza di maturità del mercato pone diverse sfide alle aziende. Innanzitutto, i vendor di tecnologia spesso non etichettano le loro offerte di strumenti DPC come tali, data la novità del fenomeno. Inoltre, potrebbero richiedere l’acquisto di più strumenti o pacchetti per acquisire l’intera gamma di funzionalità DPC, le quali potrebbero includerne di indesiderate che non possono essere evitate.

Senza contare che potrebbero commercializzare strumenti DPC che non soddisfano l’intera gamma di funzionalità necessarie per fornire il valore che gli acquirenti si aspettano e che le aziende intenzionate ad acquistare questi prodotti potrebbero avere difficoltà a confrontare le potenziali offerte tra i vari fornitori, a causa delle diverse capacità e delle diverse aree di azione.

Alcuni DPC vendor e ciò che offrono

Secondo Gartner, sono circa 10 i vendor che offrono una qualche forma di prodotto DPC. Ecco alcuni esempi:

  • Flexera: La piattaforma Flexera One trova, identifica e cataloga le risorse e gli asset all’interno dell’ambiente IT di un’azienda, tra servizi interni e cloud, inclusi SaaS e container. Secondo Steve Schmidt, vice president della gestione prodotti di Flexera, monitora, gestisce e ottimizza l’utilizzo e i costi.

Per esempio, la piattaforma unifica ottimizza l’uso delle licenze software e SaaS, valuta i carichi di lavoro e consiglia le opzioni di posizionamento per un determinato carico di lavoro all’interno dell’ambiente IT, consentendo agli utenti finali di richiedere risorse tecnologiche tramite un meccanismo self-service.

Flexera One si integra con altri sistemi di gestione informatica per condividere le informazioni e migliorarle, per esempio fornendo dati sulle risorse di qualità superiore ai database di gestione della configurazione dei servizi e fornendo dati sulle licenze agli strumenti che gestiscono le prestazioni delle applicazioni per ottimizzare ulteriormente il posizionamento dei carichi di lavoro, spiega Schmidt.

  • Oomnitza: Offre una piattaforma DPC in grado di provvedere all’automazione dei processi aziendali per l’Information Technology, integrandosi con oltre 150 strumenti di infrastruttura digitale ibrida, e coordinando i flussi di lavoro tra i sistemi endpoint, applicativi, di sicurezza, di rete e di infrastruttura cloud esistenti in azienda.

La piattaforma viene fornita come SaaS e offre integrazioni agentless, flussi di lavoro low-code e strumenti di automazione, descrive Ramin Ettehad, cofondatore della società. Le aziende utilizzano il DPC di Oomnitza per automatizzare processi quali l’onboarding e l’offboarding dei dipendenti, la gestione SaaS, la previsione di aggiornamento, l’ottimizzazione del cloud, la preparazione alla revisione, la mitigazione delle lacune di sicurezza e altre funzioni.

  • Virtana: La Multi-Cloud Insight Platform crea una visione consolidata in tempo reale dello stato di salute e delle prestazioni dell’infrastruttura ibrida di un’azienda.

“All’interno della visibilità che offre, i clienti possono diagnosticare i problemi in modo reattivo e proattivo, mantenendo, al contempo, un’elevata disponibilità”, dichiara Jon Cyr, responsabile di prodotto dell’azienda. Virtana ottiene questo risultato attraverso la raccolta in tempo reale di informazioni provenienti da diverse fonti, tra cui la sua tecnologia probe, le integrazioni e le API aperte.

La piattaforma utilizza l’intelligenza artificiale per trasformare volumi di dati in approfondimenti e azioni significative. L’apertura della piattaforma consente a Virtana di integrarsi con altri strumenti già esistenti in un’azienda, evitando la necessità di “eliminare e sostituire”, prosegue Cyr.

Un fornitore di servizi gestiti che utilizza il DPC per aiutare le imprese

L’implementazione del DPC può avere un impatto significativo sul modo in cui le aziende gestiscono le loro attività.

Il Managed Services Provider (MSP) Pinnacle Technology Partners (PTP), che aiuta le aziende a spostare i carichi di lavoro nel cloud, progetta e implementa architetture IT e gestisce gli ambienti IT dei clienti, utilizza una piattaforma DPC di OpsRamp per migliorare la propria capacità di gestire più ambienti.

“Molte aziende passano a un modello DPC per risolvere i problemi legati ai silos applicativi, alla visibilità dell’infrastruttura e alla maturità operativa”, commenta Rick Pitcairn, vice president dei servizi gestiti di PTP. “In qualità di MSP, le sfide di PTP erano molto simili, ma moltiplicate per molti clienti con infrastrutture diverse”.

L’azienda utilizzava strumenti legacy per monitorare, gestire e mantenere gli ambienti dei clienti da un punto di vista operativo e aveva poca visibilità sui flussi di lavoro delle applicazioni e sulle prestazioni end-to-end.

“Più sistemi e strumenti alimentavano il nostro centro operativo con molti eventi, causando una dispersione di allarmi/eventi”, spiega Pitcairn. “La correlazione tra questi ultimi veniva eseguita manualmente su più strumenti, e le operazioni di triage e rimedio erano impegnative. All’epoca, la capacità di integrare questi strumenti e di raccogliere i dati in un’unica piattaforma era limitata”.

In particolare, i clienti stavano spostando un numero sempre maggiore di carichi di lavoro nel cloud di Amazon Web Services (AWS) e PTP non era in grado di integrare i propri strumenti legacy con AWS, “il che ci rendeva vulnerabili dal punto di vista delle operazioni cloud, in quanto non potevamo acquisire i dati critici per consentire ai nostri team di rispondere agli eventi cloud, ottimizzare le loro prestazioni e i loro costi, e mantenere una visione olistica di tutti gli asset cloud e dei clienti”, spiega Pitcairn.

PTP ha implementato la piattaforma OpsRamp per la gestione delle operazioni IT al fine fornire una visione unica degli asset IT e delle loro prestazioni, comprese le mappe di servizio per la disponibilità delle applicazioni e dei servizi critici che l’azienda gestisce per i suoi clienti. La piattaforma viene utilizzata anche per la gestione e la correlazione degli eventi, la reportistica operativa e i controlli sullo stato di salute del sistema. Ma l’implementazione ha richiesto molto lavoro.

“È stata un’impresa non da poco; in pratica, abbiamo dovuto reinserire tutti i nostri clienti”, spiega Pitcairn. “L’implementazione ha richiesto parecchio tempo, poiché abbiamo installato nuovi gateway per ciascuno di loro, riconfigurato i dispositivi per connettersi alla nuova piattaforma e installato gli agenti, oltre a [fornire] formazione al nostro team”.

Ne è valsa la pena. “Ora disponiamo di un unico pannello per la gestione [delle operazioni], che ha portato a una riduzione degli alert/noise di oltre l’85%, consentendo ai nostri team di identificare più rapidamente la causa principale e di porre rimedio ai guasti su infrastrutture e applicazioni, di individuare più rapidamente le cause principali e di porre rimedio ai guasti delle infrastrutture e delle applicazioni sulla base di mappe di servizio e correlazioni”, spiega Pitcairn.

PTP ha anche ridotto i tempi di consegna dei report operativi e dei controlli sullo stato di salute ai clienti, identificando, al contempo, i trend e le linee di base delle prestazioni per aiutarli a prendere decisioni in ambito IT.

“L’implementazione di DPC e l’integrazione con la nostra piattaforma di ottimizzazione del cloud e di sicurezza ci fornisce una visione aggiuntiva di tutti i clienti, della loro spesa per le risorse AWS/[Microsoft] Azure e identifica le lacune nel loro posizionamento in ambito sicurezza”, conclude Pitcairn. “Esaminiamo questi dati critici e incontriamo mensilmente i clienti per ottimizzare i loro costi e implementare le best practice per la sicurezza”.

Le condizioni economiche rendono il DPC interessante.

I vendor affermano di aver riscontrato un aumento dell’interesse. “Sempre più clienti parlano di DPC, ma non lo considerano un singolo strumento che sostituisce tutti gli altri”, sottolinea Cyr. “Un sistema DPC è una ‘aggiunta’ a ciò che hanno già oggi, che si sovrappone e lo orchestra, sfruttando potenzialmente molto di ciò che è già presente nel loro modello operativo. La maggior parte dei clienti pensa a come questo riunisca i loro team disgiunti in un quadro comune all’interno possono lavorare in modo più efficiente”.

Schmidt aggiunge: “Vediamo soprattutto dirigenti di prima linea visionari che guardano al DPC in modo olistico, ma molte aziende considerano i componenti in modo separato. Poiché le aziende che conoscono meglio il loro utilizzo tra i vari fornitori di tecnologia sono quelle che sprecano meno per l’IT, stiamo assistendo a un aumento dell’interesse”.

“L’inventario e la classificazione delle tecnologie sono fondamentali per tutte le parti del DPC, e la gestione dei costi è un modo cruciale per finanziare le iniziative strategiche e fare di più con meno”, prosegue Schmidt. “I tempi difficili dell’economia probabilmente faranno crescere ulteriormente la domanda. Siamo d’accordo con Gartner: se le aziende riusciranno a comprendere meglio le cose in modo olistico, avranno più successo”.

Una dimensione-chiave della crescita del mercato sarà l’aggregazione dei dati negli ambienti IT ibridi, sia cloud che interni all’azienda, piuttosto che i silos di dati, precisa Schmidt. “Prevediamo che i dati verranno riutilizzati per alimentare un’ampia gamma di soluzioni di gestione informatica, tra cui quelle dei servizi, le operation, la la finanza, la sicurezza, gli acquisti e l’architettura aziendale”.

Oomnitza ha registrato un netto aumento della domanda di DPC e del numero di casi d’uso. “Aiuta le aziende a semplificare i complessi flussi di lavoro IT, ad aumentare l’efficienza e a ridurre le attività manuali”, spiega Ettehad. “Con budget per la tecnologia più limitati e risorse meno qualificate, le aziende di tutti i settori stanno abbracciando l’automazione e cercano di implementare soluzioni DPC per migliorare le loro operation”.

Le attuali condizioni macroeconomiche stanno esercitando una pressione crescente sui leader IT affinché coordinino e automatizzino i flussi di lavoro, come l’offboarding IT dei dipendenti, attraverso più sistemi e team per migliorare la sicurezza, la conformità e l’efficienza delle finanze relative alla tecnologia, prosegue Ettehad.

“Con l’aumento dei licenziamenti, una percentuale schiacciante di clienti esistenti e potenziali sta implementando la nostra soluzione DPC per orchestrare il processo [di offboarding]”, precisa.

L’automazione è considerata una soluzione fondamentale per migliorare l’efficienza in ogni aspetto del business, aggiunge Ettehads. “Le aziende si aspettano che la tecnologia DPC faccia progredire l’automazione nei moderni reparti IT”, afferma. Per questo motivo, ci aspettiamo di vedere un maggior numero di modelli di automazione out-of-the-box per i processi aziendali-chiave, forniti dagli strumenti DPC per i dirigenti e i professionisti”. Con un numero inferiore di risorse qualificate, questi tool dovranno fornire motori no/low-code per consentire ai team IT e alle unità aziendali di accelerare l’implementazione di flussi di lavoro automatizzati e ottenere un time to value più rapido”.