L’IT aziendale è sempre più alimentata dal cloud. Ma i responsabili della tecnologia che non sanno come creare le basi del proprio successo rischiano di essere frustrati, di fallire le implementazioni e di andare incontro a una catastrofe in termini di costi. Credito: Shutterstock / Kaspars Grinvalds L’adozione del cloud continua la sua rapida ascesa, con i leader IT che puntano sempre di più su questa piattaforma [in inglese]. Ma avere successo nella “nuvola” può essere complesso e, secondo gli osservatori del settore, i CIO hanno continuato a sbagliare le loro strategie nel 2022. In vari modi. In cima alla lista degli errori più comuni relativi alle strategie cloud ce ne sono tre che rientrano nella categoria di quelli “mentali”: supporre che una strategia di questo tipo sia una faccenda che riguarda soltanto l’IT, che tutti i dati debbano essere spostati nel cloud e che per il cloud possa essere adottato lo stesso approccio valido per i data center. A ritenere tali questioni fondamentali è anche il vice president esecutivo e Chief Information Officer di Liberty Mutual, James McGlennon, che ammette di aver trascurato queste priorità strategiche durante lo sviluppo dell’infrastruttura cloud avanzata della compagnia assicurativa. “Questi tre aspetti sono ancora in corso d’opera”, spiega McGlennon, aggiungendo che ogni errore individuato e corretto porta a una trasformazione più sana del cloud. “Abbiamo continuato a evolvere la nostra strategia man mano che acquisivamo maggiori conoscenze sull’effetto leva che possiamo ottenere in termini di ingegnerizzazione, resilienza, scalabilità, sicurezza e test di mercato”. L’allineamento tra business e IT [in inglese], ovvero l’abbinamento tra la tecnologia del cloud e gli obiettivi aziendali, è una priorità assoluta per tutti i percorsi che riguardano questa tipologia di implemenntazione, ma rimane una sfida per i CIO. “I dirigenti C-level devono essere coinvolti nel garantire che l’agenda IT sia in linea con il piano aziendale. Questo è il loro compito rispetto alla tecnologia in azienda”, sottolinea Paul Ingevaldson, Chief Information Officer in pensione che risiede a St Charles, Ill., secondo il quale questo problema dovrebbe essere già nel mirino. “La faccenda non può essere delegata, e di certo non dovrebbe essere compito del Chief Information Officer, anche se ne ha voce in capitolo. Non dovremmo più discutere di questo problema”, si rammarica. “Dovrebbe essere un dato di fatto per qualsiasi CIO”. Alla fine del 2022, i responsabili già sapevano che i risultati aziendali possono essere buoni soltanto se la loro strategia cloud è solida. Ma spesso si sono spinti oltre con un progetto che rischia di essere deludente, come dimostrano questi comuni errori nella strategia per la “nuvola”. Nessuna via d’accesso, nessuna via d’uscita Oltre a procedere da soli, a insistere nel trasferire tutti i dati nel cloud e ad approcciare quest’ultimo nello stesso modo in cui farebbero con un data center, i responsabili IT sono spesso colpevoli di un’errata visione sulla portata della trasformazione digitale della quale sono responsabili, non avendo una exit strategy in caso di fallimento del piano cloud 1.0 o credendo che sia troppo tardi per implementarne una nuova. La società di ricerche Gartner osserva, per esempio, che una strategia di uscita dal cloud è una “polizza assicurativa” essenziale che consente ai CIO di abbandonare un’implementazione difettosa al minor costo possibile. Tuttavia, secondo gli analisti, questo piano di riserva spesso sfugge alla loro attenzione. D’altro canto, molti Chief Information Officer hanno l’errata convinzione che sia troppo tardi per raccogliere i primi frutti dell’IT nel cloud. In alcuni casi, tuttavia, coloro che hanno appena iniziato il loro percorso sono più avvantaggiati rispetto agli early adopter, perché gli strumenti e i servizi correlati sono più abbondanti, maturi e molto più facili da implementare. Ciò rende la trasformazione in cloud meno costosa e i risultati migliori, dicono. “A volte, aspettare è meglio che precipitarsi nel cloud computing”, sostiene Dawei Jiang, ingegnere capo del cloud presso l’USPTO (US Trade and Patent Office). “Tutti hanno una tabella di marcia. Non abbiate fretta, scegliete la soluzione migliore e più intelligente ed evitate il lavoro inutile”. La serendipity ha confermato questo aspetto anche per il produttore di stivali e scarpe Wolverine, che ha messo in pausa il suo viaggio nel cloud durante il COVID [in inglese], ritardando una trasformazione ibrida che ha fatto un balzo in avanti negli ultimi tempi, grazie ai nuovi strumenti disponibili e a una cultura IT più adatta a sfruttare al meglio la tecnologia in questione. Pianificazione superficiale o, peggio, esternalizzazione della strategia Secondo Gartner, i CIO falliscono nella loro ricetta per il cloud [in inglese] confondendola con un piano di implementazione o scambiando un “mandato esecutivo” o un motto “cloud first” con una strategia vera e propria. Secondo la società di ricerche, approcci così superficiali sono un’ottima ricetta per il fallimento. Ma la situazione peggiore potrebbe essere quella di chi scarica la responsabilità sui partner, sostiene Gartner. Affidarsi esclusivamente a un singolo vendor, come Microsoft, Amazon o Google, o a una delle principali società di outsourcing IT [in inglese], per esempio, per progettare una strategia cloud aziendale equivale a commettere un grosso errore, concordano Gartner e i CIO. Il progetto di trasformazione digitale di ogni azienda è unico e richiede un’immersione profonda in tutti i sistemi IT da parte dell’intera C-suite e del team IT per ottimizzare il risultato, notano gli analisti. Nessuna terza parte conosce un’azienda meglio dei suoi dirigenti e dei suoi dipendenti. Sempre a detta di Gartner, i vendor hanno creato una serie di schemi di base che possono essere personalizzati per scopi specifici, oppure le società di consulenza IT possono essere fondamentali per aiutare le aziende a implementare le loro strategie. Tuttavia, secondo gli analisti e i Chief Information Officer, in nessun caso, il fornitore o la società di consulenza dovrebbero guidare il progetto strategico. “Forse l’errore più grande è quello di promuovere una strategia senza considerare le capacità di gestione e di leadership”, dichiara Vince Kellen, CIO dell’Università della California a San Diego, che ha assunto due dirigenti di società di consulenza come dipendenti IT dell’università per aiutarlo a costruire la strategia cloud. “Il miglior modo per risultare vincenti, sia in termini di costi che sulla qualità, è che il CIO abbia un elevato QI di squadra all’interno della sua unità, il che significa che sarà in grado di applicare il contesto locale alla soluzione tecnica in modo da risparmiare denaro e creare un miglior livello qualitativo “, precisa Kellen. Grandi peccati di omissione Un altro grande esperto di cloud indica ulteriori tre errori che i responsabili della tecnologia commettono spesso quando formulano le loro tattiche. “Non prevedere un’architettura per il cloud”, afferma Dave McCarthy, analista di IDC, quando gli viene chiesto dove i CIO sbagliano di solito quando costruiscono la loro linea straategica. Sebbene sia possibile “sollevare e spostare” i carichi di lavoro esistenti, le aziende spesso sperimentano costi e prestazioni inferiori a quelli desiderabili con questo approccio. È necessario adattare le applicazioni ai concetti cloud-native [in inglese] per poterne sfruttare appieno il valore”. I leader IT spesso commettono anche l’errore di “non implementare abbastanza automazione”, prosegue McCarthy, che è research vice president of cloud and edge infrastructure services di IDC. “Le best practice nel cloud includono l’automazione di tutto, dalla distribuzione dell’infrastruttura e delle applicazioni, alla gestione e alla sicurezza. La maggior parte delle interruzioni o delle violazioni di quest’ultima sono il risultato di configurazioni manuali errate”. Ma forse il peggior peccato che i CIO possono commettere, concordano gli analisti, è quello di non pianificare il cambiamento di cultura e di competenze necessario per ideare e implementare una strategia cloud di successo, poiché tutto ciò funziona in modo diverso rispetto ai sistemi IT tradizionali e una strategia che lo riguardi deve richiedere non solo nuove capacità, ma anche un cambiamento di mentalità su come progettare e gestire l’ambiente, sottolinea McCarthy. “Quando si passa al cloud, è come passare da una bicicletta a un veicolo ad alte prestazioni, e non si può dare per scontato che ciò che si faceva prima [nel data center] funzionerà allo stesso modo; altrimenti, ci si troverà tra le mani lo stesso pasticcio”, conclude Craig Williams, CIO di Ciena. “E può anche finire peggio, perché, se non ci si mette all’opera, i costi possono andare fuori controllo”. 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