L’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione hanno colpito duramente anche l’economia svedese. Di conseguenza, l’azienda di costruzioni e ingegneria civile Peab ha dovuto valutare i progetti in modo più rigoroso, ponendo gli investimenti IT strategici al centro di ogni decisione. Il CIO Klas Antoni spiega in che modo.” Credito: Shutterstock L’industria delle costruzioni è stata una delle prime a essere state colpite dal recente calo economico della Svezia, e anche l’edilizia residenziale ha subito un rallentamento nell’ultimo anno. “Notiamo gli effetti macroeconomici sia dell’inflazione che dell’aumento dei tassi di interesse”, afferma Klas Antoni, CIO del gruppo Peab. “Ciò significa che, in generale, ora abbiamo una maggiore attenzione ai costi e ci teniamo a fare in modo che gli investimenti nell’IT siano fatti nei posti giusti e nel modo giusto, in modo da ottenere risultati in tempi ragionevoli”. Ciò significa, tra l’altro, una maggiore attenzione al recupero degli impatti economici dei progetti e, pertanto, le varie iniziative di sviluppo vengono valutate con maggiore attenzione. “Siamo più orientati al breve termine”, prosegue. “L’azienda deve adattarsi più rapidamente perché abbiamo un po’ meno pazienza e dobbiamo introdurre novità in tempi più brevi”. Processi difficili da digitalizzare Se si guarda al settore con un orizzonte temporale più ampio, è facile constatare come sia stato considerato a basso grado di digitalizzazione a causa di una moltitudine di attori e processi che non sono facili da convertire al digitale, spiega Antoni. “Tutti i comparti hanno condizioni diverse, ma la difficoltà, nell’edilizia, è data, soprattutto, dalla necessità di essere industrializzata in misura maggiore per allontanarsi da progetti in cui le cose vengono fatte per la prima volta”, dice. “Un maggior grado di standardizzazione e di orientamento ai processi rende più facile la digitalizzazione, aumentando così la produttività”. Ciò, tuttavia, non significa che il settore delle costruzioni e Peab siano rimasti fermi. Al contrario, sono successe molte cose e la digitalizzazione si sta diffondendo sempre di più nell’intero comparto. “Oggi disponiamo di ottimi strumenti digitali che ci supportano in molte parti diverse della nostra produzione”, afferma. “Dai sistemi cartografici avanzati, alle scansioni aeree con droni, fino a soluzioni molto valide che agevolano i nostri dipendenti nel loro lavoro quotidiano, sia nella pianificazione che nella produzione”. Strutturare i dati Sempre più macchine e punti di misura vengono collegati alla rete, e Peab vede un grande lavoro di strutturazione di tutti i dati come mezzo per essere più data-driven a lungo termine. Per far fronte a questo, il data warehouse dell’azienda è in piena attività. “Consolidiamo, ripuliamo, armonizziamo e normalizziamo grandi quantità di dati provenienti dai nostri vari sistemi”, spiega Antoni. “I quali vengono, poi, analizzati e presentati in report per le diverse esigenze, in modo da creare valore anche per gli utenti”. Anche se Peab ha fatto tanta strada, c’è ancora molto da fare per creare un’infrastruttura ben funzionante. Non ultimo, il mantenere una buona qualità di tutti i dati nel tempo. I requisiti per il reporting Oltre alla possibilità di utilizzare i dati in modo proattivo nelle proprie operazioni, aumenterà anche la richiesta di reportistica esterna, che richiederà al settore delle costruzioni in generale di mettere in ordine i propri dati. “In un contesto di nuove normative, anche l’industria delle costruzioni deve fare grandi passi avanti per essere in grado di riportare, per esempio, i dati ambientali e climatici in modo corretto e uniforme”, prosegue Antoni. “I dati devono essere standardizzati e strutturati dall’origine fino alla rendicontazione. È una sfida perché abbiamo catene di subappaltatori molto lunghe. Dobbiamo quindi aiutarci a vicenda per lavorare in modo uniforme ed efficiente. La mancata collaborazione su questi temi comporta costi inutili per tutti noi, quindi la necessità di standard comuni è elevata”. Anche all’interno di Peab è in corso un cambio generazionale dove, per diversi anni, i vecchi sistemi sono stati gradualmente sostituiti. Di recente, è stato messo in funzione un nuovo sistema retributivo per l’intera azienda svedese, un compito estremamente complesso in un settore caratterizzato da numerosi contratti collettivi e da alcune forme speciali di retribuzione uniche nel settore. Sono stati, inoltre, sostituiti i vecchi sistemi finanziari e di follow-up per tutte le attività contrattuali. Il tempo e luogo giusto per gli investimenti Alcuni investimenti devono essere fatti, ma non tutti in una volta. “Al contrario, è necessario avere il controllo dei tempi”, dice Antoni. “Ci sono molte interdipendenze tra le diverse soluzioni, che rendono il tutto ancora più impegnativo”. Le modifiche ad aspetti quali i sistemi di payroll e quelli finanziari in generale sono spesso dettate dalla necessità, quando sono così vecchi da non essere più supportati o da non funzionare affatto. Ciò si traduce, spesso, in un aumento significativo dei costi dei nuovi sistemi rispetto a quelli operativi costantemente bassi di quelli vecchi, considerando che le soluzioni vendute oggi sono spesso fornite solo come soluzioni cloud basate su modelli di abbonamento. Verso il cloud Tutto porta alla “nuvola” e Peab ha essenzialmente una strategia cloud-first, ma continuerà a vivere in un ambiente ibrido per il prossimo futuro, precisa Antoni, prima di aggiungere che lo sviluppo si sta muovendo simultaneamente verso l’ambiente cloud indipendentemente dalla strategia di base. “Ci stiamo spostando, sempre di più, anche verso le consegne in cloud”, dichiara. “I fornitori vedono ovviamente dei vantaggi in base al modo in cui le soluzioni vengono sviluppate e gestite, ma è nel loro interesse anche per motivi finanziari. In alcuni casi, per noi clienti ci sono buone ragioni per avere una soluzione on-premise, sia per motivi operativi, sia per via dei dati critici per l’azienda, sia per questioni legate a paesi terzi. Ma è meno frequente che un cliente abbia questa possibilità di scelta”. Naturalmente, la sostituzione di alcuni sistemi vecchi di decenni non ha sempre a che fare con il fatto che sono scadenti, ma più semplicemente con la fine del loro ciclo di vita. Fornire un supporto concreto Allo stesso tempo, i nuovi sistemi non sempre aggiungono nuove funzionalità rispetto a quelli vecchi. Che dovranno comunque essere gestiti. Antoni, tuttavia, preferisce concentrarsi sull’introduzione di un nuovo supporto digitale che crei realmente valore per i dipendenti e per i clienti. “Vogliamo ottenere un buon supporto per i dipendenti”, tiene a precisare. “Non dovrebbe trattarsi solo di nuovi sistemi per la rendicontazione dei tempi, ma di un ausilio più concreto per la pianificazione, la gestione e il follow-up dei progetti. Da noi, queste porzioni dell’attività complessiva sono rimaste indietro, e questo probabilmente vale per molte imprese edili, non solo per Peab”. L’anno scorso l’azienda ha anche annunciato che avrebbe iniziato a utilizzare le soluzioni del fornitore di soluzioni Dalux, che permettono di gestire interi progetti dall’inizio alla fine. “È un buon esempio di strumento che sta per essere distribuito ai nostri dipendenti, qualcosa che facilita davvero il loro lavoro, crea ordine e contribuisce a farci operare in modo più efficiente”, osserva. Automazione e intelligenza artificiale C’è già molta automazione nei processi amministrativi di Peab, con soglie di costi relativamente bassi. E l’IA è, ovviamente, un aspetto che l’azienda, e lo stesso Antoni, seguono con grande interesse. Ma l’IA ha ancora bisogno di un’adeguata supervisione per elaborare i dati in modo accurato ed efficiente. “In passato abbiamo fatto alcune valutazioni di strumenti per le analisi predittive, ma non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo a causa della qualità dei dati con cui abbiamo dovuto lavorare”, osserva. Quindi la lotta è feroce per la competenza in aree storicamente nuove, e si tratta sia di cambiare e aumentare la competenza internamente che di reclutare, nel tempo, le risorse più adatte, dichiara. La dipendenza dai consulenti può essere superata Potrebbe esserci un altro movimento nel mercato, in cui i consulenti cercano lavori più sicuri quando l’economia fluttua, cosa che favorisce le aziende come Peab che vorrebbero avere una maggiore competenza interna in certe aree. “Negli ultimi anni, molte imprese sono state costrette a forme di dipendenza da consulenti che, in realtà, non volevano”, spiega. “E, anche se oggi può essere più facile assumere, l’economia attuale ci impone di aspettare”. Per l’industria delle costruzioni, in generale, è importante anche ampliare la base di reclutamento, rompendo i pregiudizi esistenti e spingendo più persone a candidarsi. “Per noi è una questione di sopravvivenza”, conclude Antoni. “Dobbiamo avere accesso a tutta la manodopera disponibile, il che significa che dobbiamo far entrare più donne nel nostro settore. Abbiamo ancora un po’ di strada da fare nella nostra produzione, anche se sono felice di avere un equilibrio relativamente buono nelle nostre IT operation”. 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